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Esaurito
Dal medioevo al Novecento la storia religiosa della comunità di Fonzaso raccontata attraverso gli antichi verbali delle visite vescovili. Un’opera di trascrizione e traduzione certosina quasi unica in Italia e che ha per protagonista la feltrina Fonzaso: oggi ultimo comune veneto verso il Trentino e parte di quella lingua di territori che dalla diocesi di Padova si allunga nel territorio della diocesi di Belluno-Feltre.
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La vita religiosa e spirituale di una piccola comunità alpina al confine tra Serenissima Repubblica di Venezia e Impero raccontata attraverso i verbali delle visite pastorali dal 1424 al 1912. Questo è “Visitationes”: un’opera di trascrizione e traduzione certosina quasi unica in Italia e che ha per protagonista la feltrina Fonzaso: oggi ultimo comune veneto verso il Trentino e parte di quella lingua di territori che dalla diocesi di Padova si allunga nel territorio della diocesi di Belluno-Feltre.
Il volume contiene centinaia di documenti: tutti inediti, in gran parte inaccessibili al pubblico, sono stati per la prima volta riportati alla luce dall’opera paziente e infaticabile di Bortolo Susin. Lo storico fonzasino per quasi due anni si è immerso tra carte e faldoni dell’Archivio Storico della Diocesi di Padova recuperandone un tesoro poi trascritto e tradotto grazie anche alla collaborazione di un prestigioso pool di studiosi: Gigi Corazzol, che ha trascritto le visite del Quattrocento, scritte in gotico su pergamene deteriorate e quasi illeggibili; Sergio Claut che ha trascritto le visite del XVI secolo; Mons. Pierantonio Gios Direttore della Biblioteca Capitolare della Curia di Padova, che ha seguito e incoraggiato lo svolgersi del lavoro contribuendovi con i suoi preziosi consigli. Al loro fianco Ennio Pellizzari, che ha fotografato i documenti originali e coordinato il lavoro dell’equipe, Luigi Vieceli che ha curato la correzione delle bozze delle traduzioni, Alessandro Paleari che ha realizzato la non facile impaginazione del libro.
Il risultato sono 614 pagine con testo latino e traduzione italiana a fronte, per un totale di 31 visite pastorali. “E’ un’immersione nella storia – spiega Susin – che svela un passato altrimenti difficile da ricostruire, ricco di particolari anche gustosi sulla vita quotidiana di un paese alpino dal medioevo al primo Novecento”. Dai verbali della visita pastorale del vescovo Pietro Barozzi, nel 1488, si scopre ad esempio cosa mangiavano i fonzasini del tempo. Lo si deduce infatti dai beni che risultano nella rendita del beneficio del parroco: un elenco contenente tra il resto tanti cereali (tra cui siligine, forse segale o un tipo di frumento resistente alle temperature rigide del feltrino), frutta secca come noci, olio, formaggio, animali da cortile, agnelli e capretti, vino. Che Fonzaso fosse centro ricco lo racconta anche il confronto con la vicina Feltre: nel 1674 il beneficio annuo del parroco era di circa 400 ducati a fronte di una rendita mensile del Rettore di Feltre che arrivava ad appena 30 ducati al mese.
Emergono dai documenti anche le tracce di antichi litigi, come quello ritrovato da Sergio Claut nell’archivio della Diocesi di Feltre, unica eccezione documentaria alle fonti altrimenti provenienti da Padova. A scontrarsi sono il parroco Sacerdote Giacomo Borgasio da una parte e la Comunità ed i rappresentanti di Fonzaso dall’altra. Oggetto della lite è il rifacimento della parrocchiale dopo la distruzione cambraica. Poiché i costi sono per un terzo a carico del beneficio del religioso il Borgasio vuole ridurre le spese al minimo; la comunità invece vuole una chiesa più ricca di quella andata distrutta. La questione si risolverà alla “democratica cristiana”: dando un po’ di ragione a tutti. E per chiudere il processo basteranno due mesi: anche con penna d’oca e calamaio la giustizia del XVI secolo era più veloce di quella d’oggi.
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Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
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