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Un’americana a Treviso

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LA SAGA DEI BOTTER IN UN LIBRO. Una giovane artista bellissima ed anticonformista giunta in Italia per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Venezia, un giovane restauratore coraggioso e intraprendente che ha salvato  con il padre gran parte delle opere d’arte trevigiane dalla distruzione del secondo conflitto mondiale, una storia d’amore appassionata sullo sfondo di Treviso e del Veneto nella rinascita del dopoguerra.

 

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Peso 1,154 kg
Dimensioni 22 × 22 cm
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Descrizione

UN’AMERICANA A TREVISO: LA SAGA DEI BOTTER IN UN LIBRO.

Un'americana a Treviso_DBS ZanettiUna giovane artista bellissima ed anticonformista giunta in Italia per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Venezia, un giovane restauratore coraggioso e intraprendente che ha salvato  con il padre gran parte delle opere d’arte trevigiane dalla distruzione del secondo conflitto mondiale, una storia d’amore appassionata sullo sfondo di Treviso e del Veneto nella rinascita del dopoguerra.

Sono questi gli elementi di una storia bella come una favola, ma vera: tant’è che a raccontarla è il figlio dei due protagonisti, Guglielmo Botter.

Per realizzare questo libro ci sono voluti tre anni di ricerche, interviste in Italia e negli Stati Uniti ai protagonisti delle vicende narrate e la consultazione di un archivio di migliaia di foto, lettere e documenti: in gran parte inediti ma preziosi perché nel raccontare la saga dei Botter aggiungono nuovi e inaspettati tasselli alla conoscenza della storia di Treviso e della sua provincia.

Spiega l’autore: “Mentre Girolamo, Mario e Memi Botter si sono radicati così profondamente nella storia e nella cultura di Treviso da diventarne essi stessi parte integrante, le famiglie materne Longiarù e Da Cortà Fumei, protagoniste della presente narrazione, furono invece costrette ad abbandonare le amate montagne del Cadore per cercare “fortuna” nel Nuovo Mondo.

Francesco fu il primo a emigrare dal piccolo centro abitato di Pozzale nel 1892: iniziò a lavorare come minatore a soli sedici anni in un grande paese, gli Stati Uniti, che gli permise di far valere il proprio grande intuito per gli affari e di divenire in pochi anni un imprenditore di successo. Innumerevoli attraversate oceaniche hanno continuato a traghettare da una sponda all’altra dell’Atlantico gli eredi di questo pioniere, alla continua ricerca di un futuro migliore.

La perseveranza, la pazienza e il coraggio di “cambiare” il proprio destino, a costo di emigrare nuovamente, fanno parte del bagaglio di esperienze che ho ereditato da questi “viaggiatori”. Con questa mia fatica desidero ricordare i tanti sacrifici sopportati dagli avi “materni”, rendere giustizia al grande coraggio con cui hanno affrontato le dure prove della vita, di generazione in generazione, e raccontare la loro bella avventura americana.

Solamente l’amore tra Lyù e Memi, sbocciato tra le calli di Venezia (dove lei giunse nel 1954 per frequentare l’Accademia di Belle Arti), e maturato tra mille vicissitudini e difficoltà nei dieci anni successivi, avrebbe permesso di riportare definitivamente in Italia la famiglia Fumei, alla metà degli anni ‘60.

La bellissima Lyù, pittrice, attrice di teatro, paracadutista, hostess e pilota di avioleggeri lasciò un ricordo indelebile in coloro che ebbero la ventura di incrociarla, conoscerla ed apprezzarla in Italia e negli Stati Uniti prima del matrimonio. Per amore lei accettò infine di seppellirsi nella rigidità austera e bacchettona della Provincia veneta per assumere il ruolo di moglie e madre: un mondo che non fu in grado di accettarla e valorizzarla nella sua dirompente personalità e che la trasformò invece nella più classica casalinga italiana.”

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