Informazioni aggiuntive
Peso | 0,723 kg |
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Dimensioni | 17,5 × 23,5 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€12,75
Un libro ed un museo per raccontare quattrocento anni di storia dell’agricoltura e dell’allevamento nel feltrino. Un affresco a trecentosessanta gradi di come si viveva – coloni e signori -nelle campagne alle porte delle Dolomiti, ma anche di come venivano amministrate le terre, che cosa si mangiava, come ci si vestiva, come venivano lavorate le materie prime per produrre i cibi e i vini, quali strumenti venivano utilizzati. Non solo: museo e libro offrono anche l’opportunità per cogliere e toccare con mano le trasformazioni nei tempi e modi di lavoro determinate dall’evoluzione delle tecniche e degli attrezzi, permettendo di cogliere la rivoluzione anche sociale e culturale determinata dalla meccanizzazione.
Peso | 0,723 kg |
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Dimensioni | 17,5 × 23,5 cm |
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A Grum di Feltre (BL) il museo e la sua guida per scoprire come si viveva e lavorava nelle campagne tra la pianura e le Dolomiti
Un libro ed un museo per raccontare quattrocento anni di storia dell’agricoltura e dell’allevamento nel feltrino. Un affresco a trecentosessanta gradi di come si viveva – coloni e signori -nelle campagne alle porte delle Dolomiti, ma anche di come venivano amministrate le terre, che cosa si mangiava, come ci si vestiva, come venivano lavorate le materie prime per produrre i cibi e i vini, quali strumenti venivano utilizzati. Non solo: museo e libro offrono anche l’opportunità per toccare con mano le trasformazioni nei tempi e modi di lavoro determinate dall’evoluzione delle tecniche e degli attrezzi, permettendo di cogliere la rivoluzione anche sociale e culturale determinata dalla meccanizzazione.
Il museo, sito nella frazione feltrina di Grum di Villabruna e alle porte del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, è allestito nella strepitosa cornice di Villa Zugni Tauro de Mezzan. L’imponente edificio è da quattro secoli cuore dell’azienda agricola dell’omonima famiglia, cui dal 2007 si affianca un agriturismo. E proprio la volontà di mettere a disposizione di visitatori ed ospiti un patrimonio consistente di oggetti e documenti ha spinto i proprietari a dedicare una parte della struttura a esposizione museale permanente, liberamente visitabile durante tutto l’anno previa prenotazione.
Il libro, fresco di stampa per i tipi DBS Zanetti, ne vuole essere una guida. Il termine è però riduttivo perché l’opera – 184 pagine a colori con copertina cartonata – non si limita ad illustrare i pezzi esposti. Offre infatti approfondimenti preziosi per cogliere pienamente – come spiega nell’introduzione Massimiliano Guiotto Zugni Tauro de Mezzan – “tutta la forza evocativa degli oggetti esposti per meglio comprendere la singolarità e la bellezza del territorio”.
Ed è proprio il feltrino – con i suoi campi coltivati, i declivi erbosi pazientemente curati, i corsi d’acqua con le loro roggie seghe opifici e molini – il protagonista ultimo del libro e del museo. Un piccolo universo operoso che torna a vivere in schizzi, disegni, manoscritti da cui riaffiorano nomi, vicende, consuetudini. Alcuni di questi documenti sono piccoli tesori noti ad oggi solo agli studiosi. Si pensi ai quattrocenteschi Statuta seu Regule di Villabruna ed Umin, piccolo fascicolo pergamenaceo di venti pagine sopravvissuto al sacco di Feltre del 1510 ed oggi preziosa testimonianza delle norme che regolavano il vivere civile in questa parte della campagna feltrina.
La quotidianità di questa esistenza emerge prepotente da oggetti e piccole testimonianze logorate dall’uso ma sopravvissute al tempo: lo scagnel (sgabello) a tre gambe utilizzato per la mungitura, i bracieri portatili, i cunei tiratronchi per trascinare a valle i tronchi, le scarpe da lavoro chiodate, e l’elenco potrebbe continuare. Chiude il libro un capitolo dedicato i giochi: le bocce in pietra, il tiro al balinét, le slitte: omaggio ai bambini che animarono quel mondo contadino, e di cui oggi sopravvivono poco meno che tracce.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
Per contattarci: info@edizionidbs.it
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