Informazioni aggiuntive
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 22 × 31 cm |
Anno | |
Autore | |
EAN | |
Formato | |
Pagine |
€24,65
Esaurito
La storia della miniera di Valle Imperina dal Quattrocento alla chiusura negli anni Sessanta del Novecento, fino agli ultimi interventi di recupero che si spera possano preludere a farla divenire polo di attrazione turistica.
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 22 × 31 cm |
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A ricordo della plurisecolare miniera e dei suoi minatori.
La storia della miniera di Valle Imperina dal Quattrocento alla chiusura negli anni Sessanta del Novecento, fino agli ultimi interventi di recupero che si spera possano preludere a farla divenire polo di attrazione turistica. L’autore, già perito minerario presso la miniera stessa, racconta cinque secoli di storia attraverso una mole impressionante di documenti d’archivio e fotografie in gran parte inediti. Ne risulta una fotografia puntuale e precisa di cosa fu il sito minerario per la vallata agordina e non solo, ma è anche l’opportunità per conoscere strumenti e tecniche utilizzati nei secoli per l’estrazione di pirite cuprifera ovvero la materia prima dell’industria del rame.
Tale materiale, di cui Valle Imperina era ricca, fece diventare il sito un centro di grande interesse per la Serenissima, che utilizzava il rame sia per la monetazione che per la produzione del bronzo da cannoni per la propria flotta. Questo spiega il perchè della presenza in Valle di molti imprenditori agordini, bellunesi, veneziani che qui seguivano l’intero processo: dall’estrazione del minerale all’arrostimento delle piriti cuprifere per eliminare lo zolfo alla fusione per ottenere rame metallico per la commercializzazione. Tra tutti i più famosi saranno i Pietriboni, i Paragatta, i Barpo e soprattutto i Crotta, di origine lombarda, la cui villa sopravvive ancor oggi in centro ad Agordo.
Particolare attenzione è data dall’autore all’epoca contemporanea: dalle diverse proprietà succedutesi anche attraverso le guerre alla definitiva chiusura per esaurimento del materiale. Chiudono il volume alcune immagini relative agli interventi di recupero, che si spera preludano ad una apertura in chiave turistica della miniera.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
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