Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 15 × 21 cm |
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Autore | |
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€7,00
Perché da oltre un secolo migliaia di persone da tutto il Veneto si recano cariche di recipienti alle pendici del Grappa? Perché in tanti affrontano vere e proprie file per poter bere da una piccola fonte a Narcisa Bassa, sopra Seren del Grappa? Quest’acqua che in tanti cercano è davvero, come molti attestano, un’acqua salutare e terapeutica? A queste e molte altre domande risponde Marco Rech con questo libro.
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PICCOLA STORIA DI UNA GRANDE ACQUA. SOTERIA O L’ACQUA DELLA SALUTE DI SEREN DEL GRAPPA
Marco Rech racconta la storia secolare di un acqua “terapeutica” che sgorga alle pendici del Grappa e che richiama migliaia di persone ogni anno.
Perché da oltre un secolo migliaia di persone da tutto il Veneto si recano cariche di recipienti alle pendici del Grappa? Perché in tanti affrontano vere e proprie file per poter bere da una piccola fonte a Narcisa Bassa, sopra Seren del Grappa? Quest’acqua che in tanti cercano è davvero, come molti attestano, un’acqua salutare e terapeutica?
A queste e molte altre domande risponde Marco Rech con il libro “Piccola storia di una grande Acqua”.
Protagonista è l’acqua Soterìa” o “della salute”, dal greco salvezza. La sorgente venne scoperta casualmente nel 1913 a Valscura, una località immersa nel verde dei boschi che coprono le pendici del Grappa. Con la Grande Guerra ed il rientro dei militari dal fronte, ci si accorse che quest’acqua era un vero e proprio toccasana per diverse malattie specie quelle contratte in ambito militare. Il primo a documentarlo fu il locale medico condotto, nel 1924.
Inizialmente scettico sui benefici dell’acqua fu costretto a ricredersi dall’evidenza di guarigioni non giustificabili. Nel 1937 il suo collega Giovanni Alberton raccolse in un libretto la testimonianza di guarigioni inspiegabili che collegò all’acqua Soteria. Tra gli altri scrive dei soldati che avevano contratto la malaria in guerra e che avevano inutilmente girovagato negli ospedali militari per poi rientrare in paese e avere miglioramenti così eclatanti da metterlo in difficoltà nel fare le certificazioni di invalidità temporanea, vista la guarigione in atto. Racconta che statisticamente la mortalità e le malattie della popolazione locale erano passate a livelli nettamente inferiori di quelli pre-conflitto, afferma che i casi di sclerosi miglioravano sensibilmente, che le malattie renali erano diventate remissive pure tra gli alcolisti, che non c’erano più casi di diabete ne di tubercolosi endemica, che le persone perdevano l’adipe senza alcuna privazione alimentare. Registra infine la scomparsa di rachitismo, tubercolosi, polmoniti, bronchiti, pleuriti subacute, rachitismo anche nelle famiglie più povere e abituate a vivere in condizioni igieniche precarie.
Negli anni successivi le attestazioni dei benefici dell’acqua si confermano e si moltiplicano da più parti. Anche le prime indagini cliniche e chimiche condotte sono in linea con tali risultati, come racconta Rech attingendo al pur frammentario archivio comunale di Seren del Grappa.
Quel che sappiamo oggi – conclude Rech – è che di certo quest’acqua fa bene ed è anche per la scienza migliore di altre acque. Come attestato nel 1972 dal Prof. Mascherpa direttore dell’Istituto di farmacologia e terapia sperimentale dell’Università di Pavia l’acqua Soteria ha infatti un contenuto di calcio facilmente assimilabile e quindi farmacologicamente efficacie nei bambini e negli adulti.
La pubblicazione è promossa da Comune di Seren del Grappa ed Associazione Monte Grappa.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
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