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€30,00
L’emigrazione nel feltrino dalla fine dell’Ottocento al 1970. Il materiale fotografico, quasi del tutto inedito, è corredato da alcuni testi scritti che ne puntualizzano gli elementi di maggior interesse.
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L’emigrazione nel feltrino dalla fine dell’Ottocento al 1970.
Questo catalogo d’immagini è il frutto di un minuzioso lavoro di raccolta effettuato nel territorio feltrino; le fotografie qui riportate compendiano alcuni degli aspetti più significativi dell’emigrazione veneta nell’arco di tempo compreso dalla fine dell’ottocento al 1970: dai primi viaggi transoceanici, per lo più senza ritorno, alle migrazioni a carattere temporaneo nel centro Europa, fino a alcune forme caratteristiche di migrazione interna (pastorizia, baliatico, bonifiche pontine …). Il materiale iconografico, quasi del tutto inedito, è corredato da alcuni testi scritti (108 pagine di fitta scrittura) che ne puntualizzano gli elementi di maggior interesse. L’opera si propone di essere un importante strumento di lavoro e di ricerca, ma soprattutto un coraggioso tentativo di salvaguardare la memoria di chi ha contribuito con i propri sforzi a determinare lo sviluppo di tanti paesi, compreso il nostro, senza ottenere aiuti, né adeguati riconoscimenti.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
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