Informazioni aggiuntive
Peso | 0,332 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€13,00
Esaurito
Il passato di Cesiominore, piccola comunità alle porte delle Dolomiti nel cuore del Feltrino, raccontato con parole e molte immagini. Una scelta – spiega nella presentazione Carlo Zoldan, fatta pensando anche alle generazioni attuali “che vivono d’immagini: non basta più quella nonna che raccontava e faceva immaginare paesaggi, situazioni, personaggi e avvenimenti”.
Peso | 0,332 kg |
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Dimensioni | 16,5 × 23,5 cm |
Autore | |
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Il passato di Cesiominore, piccola comunità alle porte delle Dolomiti nel cuore del Feltrino, raccontato con parole e molte immagini. Una scelta – spiega nella presentazione Carlo Zoldan, fatta pensando anche alle generazioni attuali “che vivono d’immagini: non basta più quella nonna che raccontava e faceva immaginare paesaggi, situazioni, personaggi e avvenimenti. Ci vogliono le immagini per riconoscere i propri antenati, i fatti storici, la cultura, le tradizioni del paese cui si appartiene”.
Il libro si articola in cinque capitoli, ciascuno dedicato ad un particolare aspetto della vita e della storia della comunità: la famiglia, il lavoro, la religione, il costume, le esperienze di emigrazione. Loris Zanella, autore dei primi quattro, ricorda e descrive fedelmente ciò che gli è stato raccontato e trasmesso dai nonni, contribuendo – scrive Zoldan – “ad incrementare il bagaglio di materiale etnografico raccolto; tutto questo dà valore all’opera ed è di supporto a quanto espresso con meticolosa cura ed attenzione. Gli esiti della ricerca non sono esposti secondo i canoni abituali – ciclo della vita, ciclo dell’anno agrario – ma sono collocati in ordine sparso nei capitoli, forse secondo un ordine di importanza e di influenza sull’autore stesso. Così la famiglia compare per prima, mentre sotto il titolo costume oltre all’abbigliamento trova spazio il ciclo della vita, le cui tappe sono indicate nell’ordine consueto. Nel capitolo famiglia invece si parla di vecchi, uomini, donne. L’abbigliamento popolare tradizionale è descritto con precisione e dovizie di particolari e documentato con bellissime immagini e anche con liste dotali.
L’elencazione dei mestieri tradizionali dà un’idea di quanto fossero numerose le forme di lavoro messe in atto dai contadini per la propria sopravvivenza, quando di sicuro essi possedevano solamente la forza delle proprie braccia: mestieri nei campi, in casa, per via, prestazioni d’opera, anche come reciproco aiuto.
Ampio spazio è dato alla religiosità popolare, con particolare attenzione per le forme di pietà spontanee, per i riti religiosi più antichi, per le tradizioni ed usanze legate alle ricorrenze religiose.
L’ultimo capitolo, curato anche da Sergio Battistella e Dino Zanella, tratta un tema – quello dell’emigrazione – moto sentito dagli abitanti di Cesio e anche dal comprensorio feltrino perchè quasi tutte le famiglie ne hanno sperimentato i benefici, ma anche tanti disagi e sofferenza come le donne che si recavano nelle città a fare le balie”.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
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