Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 16 × 22 cm |
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Autore | |
A cura di | |
Anno | |
EAN | |
Pagine | |
Formato |
€31,00
Memorie di Angelo Michele Negrelli, figura di spicco nella vita economica e amministrativa della valle di Primiero tra seconda metà del Settecento e prima metà dell’Ottocento”. Suo figlio Luigi Negrelli è l’ingegnere famoso per il progetto del taglio dell’Istmo di Suez.
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Memorie di Angelo Michele Negrelli “che servono alla storia della sua vita ed in parte a quella de’ suoi tempi, scritte da lui medesimo, con difficoltà per l’abbreviata sua vista, negli ultimi anni del suo vivere”. Come scrive Ugo Pistoia, Angelo Michele Negrelli fu figura di spicco nella vita economica e amministrativa della valle di Primiero tra seconda metà del Settecento e prima metà dell’Ottocento”. Suo figlio Luigi è l’ingegnere famoso per il progetto del taglio dell’Istmo di Suez.
Scrive nel prologo al libro Gigi Corazzol:
“Negrelli in gioventù (e anche dopo) leggeva in primisper “piacere e divertimento”. La sua forza di scrittore parte da qui. Chi vi parla è convinto che la capacità di raccontare sia un talento, una disposizione da perfezionare bensì instancabilmente, ma che non si impara e non si insegna. Quali che siano le intenzioni, quella particolare attitudine prima o poi prende in mano le redini e la fa da padrona. A volte risulteranno storie compiute da cima a fondo, racconti nel racconto sul modello delle Mille e una notte, (un’altra delle letture preferite di Negrelli). La letteratura italiana non scarseggia di narrazioni di prigionie, e nemmeno di resoconti di traduzioni da una prigione all’altra. Ce ne sono parecchie e alcune sono di alto livello. A mio parere di lettore votato al “piacere ed al divertimento” la storia del suo arresto a Feltre e della sua traduzione da Feltre alla fortezza di Pallanza, facendo tappa e Mantova e a Milano, è una delle più memorabili. Se vi sono venuti in mente Cellini, Casanova, Pellico, Stendhal o Dickens, dimenticateveli subito. Anche da carcerato lui era lui. Se il carro messo a disposizione non è di suo gusto Negrelli non sale. Inutile che le guardie insistano. La sua cella a Pallanza era dotata di “un buon letto, un buon comò a tre coltri (cassetti), un buon tavolino di noce e due sedili[…] Le porte delle rispettive camere erano sempre aperte, e a nostro piacere si poteva andare e ritornare ogni qual volta si aveva bisogno o desiderio”.
Epico e picaresco insieme il resoconto della liberazione e del ritorno in Primiero. Rientro tutt’altro che dritto filato ma anzi giustamente ricreativo, con le opportune visite alle principali bellezze di Milano e città limitrofe, come Monza e Pavia. Un capolavoro. Non vi sentite di leggere le Memorie da cima a fondo. Posso capire. Ma non perdetevi a nessun costo Negrelliprigioniero a Pallanza.
Altro passo felicissimo: lui che fa da guida a Bettina per le meraviglie di Venezia. Altrettanto si può dire del capitolo dedicato all’’operazione alla cataratta cui si sottopose a Padova. Racconto puro. Non si contano poi gli spunti di novella. Sono inseriti a piene mani. Altrettanto dicasi delle rappresentazioni di gusto pittorico. Difficile non vedere il gallo di Soutine nella bestia infilzata dalla lancia di un cavaliere sullo stradone di Borgoforte. Eccolo che butta briciole di pane in acqua per godersi i salti dei pesci. I fazzoletti sventolati in segno di saluto tra la gente a riva e gli ospiti della barca che si allontana, fazzoletti bianchi, spiccano talmente sull’azzurrro del lago Maggiore che l’hi-fi si arrangia da solo a metter su Soave sia il vento e tranquilla sia l’onda. Altre volte saranno acquerelli di paesaggio e scene di genere. La vita di Negrelli si svolse in decenni capitali per la nascita della sensibilità che condurrà al turismo alpino. Con lui vedremo “forestieri distinti” vestiti da passeggio, che vengono ad assistere al conteggio “in bosco” delle taglie per pura gourmandise di color locale, dame salutiste emancipatissime, forestieri stravaganti che in osteria chiedono sia loro servito the d’Olanda col sugo di limone. E poi accompagneremo primierotti passar le acque all’estero, a Recoaro per la precisione. Più tardi (1832) sarà l’acqua di Recoaro a salire? scendere? in Primiero (in bottiglie di vetro). Andremo in visita al negozio che i Remondini avevano aperto in Tesino, il magazzino in cui si fornivano i nonni-bisnonni di Tönle.
Per Negrelli il mondo è una tavola imbandita di meraviglie.”
Libreria Editrice Agorà
Indice generale
Pag. V Prologo di Gigi Corazzol
XVII Un’autobiografia tra due secoli di Ugo Pistoia
XXIX Il manoscritto di Ugo Pistoia
1 Memorie di Angelo Michele Negrelli
3 Prefazione
5 Capitolo primo
Mia nascita, primi anni di mia fanciullezza e sino al mio collocamento
alla scuola in Siror
13 Capitolo secondo
57 Capitolo terzo
143 Capitolo quarto
Che abbraccia il primo mio viaggio in Venezia, il mio rimpatrio
e tuttocciò che mi successe sino al primo mio viaggio
al Borgo di Valsuganna
171 Seconda parte del capitolo quarto
Dal mio ritorno da Venezia sino al primo mio viaggio in Valsugana
213 Capitolo quinto
Del mio viaggio e ritorno dalla Valsuganna: impegno ivi contratto,
che mi costò sudori di sangue, mia riconciliazione colla Bettina
e matrimonio con essa incontratto dopo infiniti maneggi e sostenuti affanni
231 Seconda parte del capitolo quinto
Dal mio riconciliamento con la Bettina
sino al mio matrimonio 19 aprile 1797
273 Seconda parte del capitolo quinto
279 Capitolo sesto
Dall’epoca del mio matrimonio sino al mio impiego
presso il nobile signor Giovanni de Bosio
321 Capitolo settimo diviso in due parti
Dal mio servizio presso il de Bosio sino alla spontanea mia abdicazion
Parte prima
Dal primo giorno del mio servizio sino al viaggio primo
per conto Bosio in Venezia
369 Parte seconda del capitolo settimo
Dal mio primo viaggio in Venezia per conto Bosio
sino al volontario mio distacco da quella famiglia
447 Capitolo ottavo diviso in due articoli
Articolo primo
Dall’abbandonno del mio servizio presso il de Bosio
sino a tutto l’anno 1797
513 Articolo secondo del capitolo ottavo
521 Articolo III del capitolo nono
672 [Cap. X. Dal giorno del mio arresto in Feltre, 30 agosto 1813,
sino al mio ritorno dalla deportazione]
773 Capitolo undecimo
Parte prima
Dall’anno 1819 che ritornai colla mia Bettina da Verona,
sino a tutto il 1823
787 Continuazione del capitolo XI – Parte II
809 Capitolo XIII
Parte prima
Dall’anno 1828 sino all’anno 1831
817 Capitolo XIII – Parte II
Dall’anno 1831 fino all’ottobre 1843,
in cui venni attaccato d’infiammazione nell’occhio destro
859 Capitolo XIII
Del 1838 sino all’ottobre 1843
Articolo I
877 Capitolo XIV
Da quest’epoca fino all’anno 1851
913 Note
XXXV Tavola dei principali avvenimenti
XXXVII Ringraziamenti
XXXIX Glossario
LIII Glossarietto di misure e monete
LVII Indice dei nomi
LXXV Indice dei luoghi
XCIII Indice delle immagini
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
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