Informazioni aggiuntive
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
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La storia della strada del passo di San Boldo, detta anche “dei cento giorni” per la velocità straordinaria con cui venne realizzata nell’ultimo, difficilissimo anno della Grande Guerra. Marco Rech ricostruisce origine ed evoluzione dei lavori anche con il supporto di documenti e fotografie del tempo.
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
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Novembre 1917: con la disfatta di Caporetto i tedeschi si ritrovano la via libera per penetrare fino al fronte del Piave e del Grappa, che il generale Cadorna si è eletto come ultimo baluardo di difesa. Una delle direttrici di penetrazione preferite è proprio il passo di San Boldo, spesso citato come passo di Sant’Ubaldo in molti documenti austriaci e tedeschi. Sceglierla significa infatti evitare la zona di Valdobbiadene, dove la strada è totalmente visibile dalle postazioni italiane del Tomba-Monfenera, del Monte Pallon e da tutto il versante orientale del massiccio del Grappa.
La strada del Passo, segnata sulle carte italiane come una strada carreggiabile, si rivela però un’errore di cartografia ed un’autentica delusione. E’ infatti percorribile da carri soltanto nel primo tratto e per il resto è poco più di una traccia di sentiero con forte pendenza, sdrucciolevole ed abbarbicata sulle pareti rocciose del vallone che scende verso Tovena. Sono queste le premesse da cui prende vita la Tovena – Trichiana – Straβe, detta anche la “strada dei cento giorni” poichè realizzata in un tempo operativo oggi impensabile.
Marco Rech ne ricostruisce in modo puntuale le fasi di realizzazione con il supporto di tante foto d’epoca ed attuali. In 32 pagine ricche di informazioni riporta fatti, nomi, intenzioni regalando al lettore la percezione della complessità e dell’importanza di un’opera che è ancora oggi uno dei segni tangibili della Grande Guerra sul territorio.
L’acqua, il suo approvvigionamento, e l’utilizzo come forma di via di comunicazione, interscambio e commercio trovano ampia descrizione nel nuovo volume curato da Eugenio Tamburrino “Aquam Ducere IV”. Il libro, di 456 pagine, raccoglie gli atti del convegno di studi internazionale “L’acqua e la città in età romana” tenutosi a Feltre il 3-4 novembre 2017 dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Dopo aver delineato nei precedenti Aquam Ducere l’approvvigionamento idrico e la gestione delle acque sia in contesti urbani sia in insediamenti rurali, in questo volume si analizzano i riflessi sociali dell’acqua e le conseguenze economiche che caratterizzano il rapporto tra essa e la città.
Protagonista del V volume “La Regola” di Lamon: comportamenti da seguire per vivere in armonia la vita comunitaria
Lamon protagonista della dolorosa invasione germanica negli anni 1943 – 1945
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