Informazioni aggiuntive
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
Anno | |
Autore | |
Collana | |
Formato | |
Pagine |
€4,60
La storia della strada del passo di San Boldo, detta anche “dei cento giorni” per la velocità straordinaria con cui venne realizzata nell’ultimo, difficilissimo anno della Grande Guerra. Marco Rech ricostruisce origine ed evoluzione dei lavori anche con il supporto di documenti e fotografie del tempo.
Peso | 1 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
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Novembre 1917: con la disfatta di Caporetto i tedeschi si ritrovano la via libera per penetrare fino al fronte del Piave e del Grappa, che il generale Cadorna si è eletto come ultimo baluardo di difesa. Una delle direttrici di penetrazione preferite è proprio il passo di San Boldo, spesso citato come passo di Sant’Ubaldo in molti documenti austriaci e tedeschi. Sceglierla significa infatti evitare la zona di Valdobbiadene, dove la strada è totalmente visibile dalle postazioni italiane del Tomba-Monfenera, del Monte Pallon e da tutto il versante orientale del massiccio del Grappa.
La strada del Passo, segnata sulle carte italiane come una strada carreggiabile, si rivela però un’errore di cartografia ed un’autentica delusione. E’ infatti percorribile da carri soltanto nel primo tratto e per il resto è poco più di una traccia di sentiero con forte pendenza, sdrucciolevole ed abbarbicata sulle pareti rocciose del vallone che scende verso Tovena. Sono queste le premesse da cui prende vita la Tovena – Trichiana – Straβe, detta anche la “strada dei cento giorni” poichè realizzata in un tempo operativo oggi impensabile.
Marco Rech ne ricostruisce in modo puntuale le fasi di realizzazione con il supporto di tante foto d’epoca ed attuali. In 32 pagine ricche di informazioni riporta fatti, nomi, intenzioni regalando al lettore la percezione della complessità e dell’importanza di un’opera che è ancora oggi uno dei segni tangibili della Grande Guerra sul territorio.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
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