Informazioni aggiuntive
Peso | 0,78 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
A cura di | |
Collana | |
EAN |
€5,50
Don Rizzardo Ferretto, parroco di Fener, nel periodo della Grande Guerra, scrisse queste pagine mentre si trovava profugo, con moltissimi paesani, a Tortoreto, in provincia di Teramo.
Peso | 0,78 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 cm |
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“Una sola cosa era chiara: si fuggiva, pazzamente si fuggiva”. Così scriveva cento anni fa nel suo diario don Rizzardo Ferretto, parroco di Fener nel basso feltrino. E’ la fine di ottobre del 1917 quando le prime notizie di Caporetto giungono in paese. Passeranno quindici giorni perchè l’intero paese si svuoti e don Rizzardo ed i suoi parrocchiani finiscano profughi a Tortoreto, in provincia di Teramo.
Quel che accadde in paese in quelle due terribili settimane è raccontato dal coraggioso sacerdote nel suo diario, ora ripubblicato da DBS nell’edizione a cura di Alberto Coppe: “Diario degli ultimi giorni di Fener. 1917-1918“. Si tratta di un documento storico la cui importanza va ben oltre il limite del territorio di cui scrive. E’ infatti la testimonianza viva di cosa avvenne in quei tragici giorni in tanti paesi veneti e friulani. L’umanità e la consapevolezza con cui don Rizzardo racconta fanno delle sue pagine un documento prezioso per comprendere la molteplicità di emozioni e fatti che vissero tante popolazioni dei territori invasi.
Scrive Marco Rech nella presentazione del libro: “L’esperienza di guerra di don Ferretto si limita a toccare solo marginalmente la guerra intesa come evento di strategie tattiche e di battaglie, calandosi totalmente nella tragedia della gente, delle anime a lui affidate.
Con un incalzare di sentimenti e di paure, si toccano con mano episodi commoventi, come quello dei due bambini che muoiono dilaniati da una bomba a mano italiana lasciata incostudita nel luogo dei loro giochi abituali. Il pianto delle mamme, la temporanea “pazzia” del nonno ci avvicinano ulteriormente a quella che fu l’epopea alla rovescia dell’ “anno della fame”. Ma anche il povero cane, i cui resti furono ritrovati da don Ferretto sulla soglia della canonica a distanza di oltre un anno, ha la sua parte: la sua fedeltà alla casa del padrone rasenta quella di Argo, il cane di Ulisse. Fener era un cumulo di rovine, ma lo scheletro di Fritz parlava ancora di affetti”.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
Per contattarci: info@edizionidbs.it
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