Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 16 × 23 cm |
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€14,45
DESTINAZIONE ROMBON: IL BATTAGLIONE ALPINI CEVA NELL’INFERNO DELLE ALPI GIULIE
Il libro racconta per la prima volta quanto avvenne sui monti Rombon e Čukla tra 1915 e 1917. Il volume, cronaca fedele e puntuale degli avvenimenti, ha per filo conduttore la vicenda del Battaglione Alpini Ceva del 1° Reggimento: dai primi mesi nella tranquilla Valle Aupa, sulle Alpi Carniche tra Moggio e Pontebba, al trasferimento a marzo 1916 con “destinazione Rombon”, in uno dei settori più temuti dell’intero fronte alpino. Da quel momento le vicende del Battaglione Ceva diventano quelle dolorose del Rombon, del vicino Čukla e degli altri reparti alpini che vi combattevano: i battaglioni Bes, Pieve di Teco bis, Val Ellero, Bassano, Exilles, Ceva, Val Tanaro, Saluzzo, Valcamonica, Borgo San Dalmazzo, Bicocca, Vestone, Dronero, Sette Comuni, con l’11ª compagnia del Mondovì e le batterie da Montagna 38ª e 51ª . . Un’epopea tragica ed eroica, pagina poco conosciuta della storia Alpina, finalmente descritta nei minimi particolari, compresi i risvolti mai conosciuti.
Dimensioni | 16 × 23 cm |
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Il Monte Rombon fu uno dei caposaldi della difesa austriaca dell’Alto Isonzo: la sua storia, e quella degli uomini che tra 1915 e 1917 tentarono invano di prenderne la cima, è per la prima volta raccontata da Massimo Peloia in questo libro.
Il volume, cronaca fedele e puntuale degli avvenimenti, ha per filo conduttore la vicenda del Battaglione Alpini Ceva del 1° Reggimento: dai primi mesi nella tranquilla Valle Aupa, sulle Alpi Carniche tra Moggio e Pontebba, al trasferimento a marzo 1916 con “destinazione Rombon”, in uno dei settori più temuti dell’intero fronte alpino.
Da quel momento le vicende del Battaglione Ceva diventano quelle dolorose del monte Rombon, del vicino Čukla e degli altri reparti alpini che vi combattevano: i battaglioni Bes, Pieve di Teco bis, Val Ellero, Bassano, Exilles, Ceva, Val Tanaro, Saluzzo, Valcamonica, Borgo San Dalmazzo, Bicocca, Vestone, Dronero, Sette Comuni, con l’11ª compagnia del Mondovì e le batterie da Montagna 38ª e 51ª . Un’epopea tragica ed eroica, pagina poco conosciuta della storia Alpina, finalmente descritta nei minimi particolari, compresi i risvolti mai conosciuti: il clamoroso scioglimento del Battaglione Pieve di Teco con la pesante accusa di indegnità, la perdita e la riconquista del Čukla, la crudele guerra dei cecchini, il sanguinoso e vano attacco dei sei Battaglioni Alpini il 16 settembre 1916, la terribile “morte bianca”.
“Eventi tragici – scrive nell’introduzione Peloia – ma anche episodi dal sapore quasi leggendario come quello del gruppo di alpini che preferirono gettarsi da una rupe piuttosto che darsi prigionieri, o di grande umanità nel caso dell’attendente che sacrificò la propria vita per portare soccorso al proprio Capitano gravemente ferito. Senza dimenticare i Caduti e gli atti di valore compiuti dai nostri soldati sul monte Rombon e sul monte Čukla , in una guerra disperata contro un avversario ben organizzato che occupava posizioni dominanti”.
Un capitolo a parte viene riservato ai numerosi cimiteri di guerra, corredati dagli elenchi nominativi dei Caduti: dalla loro costituzione alla successiva attività di dismissione da parte personale del C.O.S.C.G. nel primo dopoguerra, fino alla sistemazione definitiva nell’Ossario di Kobarid/Caporetto.
Basato sulle fonti ufficiali e le testimonianze dirette dei combattenti, con i volti di molti protagonisti e il corredo fotografico di centinaia di immagini d’epoca, in gran parte inedite.
Spiega l’autore: “Oltre alla fredda narrazione dei fatti, alle quote altimetriche, alla triste contabilità dei morti e dei feriti, si è cercato di dare un nome e un volto ai tanti di allora. In qualche caso più fortunato, si è potuto anche dare voce ai loro ricordi. Per tramandare solo quello che è stato”.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
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