Informazioni aggiuntive
Peso | 0,299 kg |
---|---|
Dimensioni | 22 × 22 cm |
Autore | |
Anno | |
Formato | |
Pagine | |
EAN |
€10,20
Esaurito
Il radicchio rosso di Treviso precoce e tardivo, il Variegato di Castelfranco, il Rosso di Verona e Chioggia e quello rodigino di Lusia nel Veneto. Mentre in Friuli Venezia Giulia in un paniere ricco di radicchi triestini e spontanei, regnano i “sofisticati” Canarino e Rosa di Gorizia. Le prelibate cicorie venete e friulane sono la materia prima di questo viaggio letterario tra le perle dell’orticoltura a Nordest, compiuto dalla giornalista de La Tribuna di Treviso Cristiana Sparvoli, ed interpretate da chef di gran talento.
Nove “artisti” della ristorazione che raccontano anche un po’ di sè: storia privata e professionale per coglierne la personalità in cucina, espressa poi materialmente in una preparazione di cucina tipica a base di radicchio. Prodotto di una filiera tracciabile, dal seme alla tavola, ottenuto con rispetto delle buone pratiche certificate dai consorzi di tutela e promozione, che cuochi e cuoche interpretano secondo estro e tradizione del proprio territorio. Ecco perchè “Radicchi stellari”: non solo per l’abilità di chi li “trasforma” in piatti speciali, ma anche per l’alto valore di questi ortaggi unici. Il tour in nove chef parte dalla campagna veronese (Davide Botta), prosegue in direzione di Schio nel vicentino (Corrado Fasolato), passa lungo la strada del radicchio che tocca Scorzè nell’entroterra veneziano (Raffaele Ros), entra nella Marca Trevigiana (Nicola Dinato e Marco Bortolini), risale verso il Cansiglio e Puos d’Alpago (Renzo Dal Farra). Quindi varca i confini veneti e punta alla provincia di Gorizia per conoscere Alessandro Gavagna, Gabriella Cottali Devetak ed Antonino Venica. Ad arricchire la pubblicazione gli scritti risalenti al 1924 di Aldo Van den Borre, discendente del vivaista belga Francesco che, alla fine del XIX secolo, nella Marca Trevigiana aprì la strada alla “moderna” coltivazione del radicchio rosso (da cui poi sono derivate altre varietà), oggi un “must” veneto nel mercato italiano ed internazionale.
Peso | 0,299 kg |
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Dimensioni | 22 × 22 cm |
Autore | |
Anno | |
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Il radicchio rosso di Treviso precoce e tardivo, il Variegato di Castelfranco, il Rosso di Verona e Chioggia e quello rodigino di Lusia nel Veneto. Mentre in Friuli Venezia Giulia in un paniere ricco di radicchi triestini e spontanei, regnano i “sofisticati” Canarino e Rosa di Gorizia. Le prelibate cicorie venete e friulane sono la materia prima di questo viaggio letterario tra le perle dell’orticoltura a Nordest, compiuto dalla giornalista de La Tribuna di Treviso Cristiana Sparvoli, ed interpretate da chef di gran talento.
Nove “artisti” della ristorazione che raccontano anche un po’ di sè: storia privata e professionale per coglierne la personalità in cucina, espressa poi materialmente in una preparazione di cucina tipica a base di radicchio. Prodotto di una filiera tracciabile, dal seme alla tavola, ottenuto con rispetto delle buone pratiche certificate dai consorzi di tutela e promozione, che cuochi e cuoche interpretano secondo estro e tradizione del proprio territorio. Ecco perchè “Radicchi stellari”: non solo per l’abilità di chi li “trasforma” in piatti speciali, ma anche per l’alto valore di questi ortaggi unici. Il tour in nove chef parte dalla campagna veronese (Davide Botta), prosegue in direzione di Schio nel vicentino (Corrado Fasolato), passa lungo la strada del radicchio che tocca Scorzè nell’entroterra veneziano (Raffaele Ros), entra nella Marca Trevigiana (Nicola Dinato e Marco Bortolini), risale verso il Cansiglio e Puos d’Alpago (Renzo Dal Farra). Quindi varca i confini veneti e punta alla provincia di Gorizia per conoscere Alessandro Gavagna, Gabriella Cottali Devetak ed Antonino Venica. Ad arricchire la pubblicazione gli scritti risalenti al 1924 di Aldo Van den Borre, discendente del vivaista belga Francesco che, alla fine del XIX secolo, nella Marca Trevigiana aprì la strada alla “moderna” coltivazione del radicchio rosso (da cui poi sono derivate altre varietà), oggi un “must” veneto nel mercato italiano ed internazionale.
Edizioni: Editoriale Programma
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Tutte le nostre spedizioni in Italia avvengono via corriere BRT. Per costi e termini di servizio clicca qui.
Per contattarci: info@edizionidbs.it
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