Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 29 × 21 cm |
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Anno | |
Autore | |
EAN | |
Formato | |
Pagine |
€11,05
Direttamente dalla preistoria una coloratissima storia di mammut per bambini, per accompagnare con le rime alla scoperta del passato più lontano
Dimensioni | 29 × 21 cm |
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STORIE DI MAMMUT PER BAMBINI: LA PREISTORIA RACCONTATA AI PIU’ PICCOLI
Una coloratissima storia di mammut per bambini, tutta in rima per accompagnare i lettori dai 4 anni alla scoperta del passato più lontano
In un tempo molto molto lontano viveva un cucciolo di nome Gaetano. Inizia così la storia de “Il mammut Gaetano”, racconto illustrato dedicato ai lettori dai 4 anni di età fresco di stampa per Ishtar Editrice-Edizioni DBS.
La storia è inventata, ma non del tutto: Gaetano è infatti realmente esistito, e lo si può oggi incontrare nelle sale del Museo di Crocetta del Montello, in provincia di Treviso.
Realistica è anche la ricostruzione che viene fatta dei mammut: come vivevano, come e cosa mangiavano, come erano fatti. Il racconto – scritto da Ilaria Antoniutti e Daniela Paolillo ed illustrato dalla giovane e bravissima Priscilla Grasso – è stato infatti realizzato sotto la direzione del dott. Antonio Paolillo, direttore del Museo di Scienze Naturali di Crocetta del Montello che negli anni Settanta faceva parte del gruppo di scavo che portò alla luce i resti del Mammut Gaetano, oggi esposti al Museo di Crocetta.
“L’obiettivo – spiegano le autrici – era di raccontare la preistoria ai bambini in modo divertente e accessibile ma scientificamente e storicamente corretto. Da qui la storia di Gaetano, che spalanca ai più piccoli l’esplorazione di quel periodo così lontano. Il testo è tutto in rima, i disegni a piena pagina e coloratissimi, e per chi vuole approfondire il racconto ci sono alla fine le schede tecniche sui mammut, con ricostruzioni, foto e tante informazioni su quel che oggi sappiamo di questi incredibili giganti pelosi”.
Il volume è una raccolta di riflessioni e di parole, le parole della montagna che diventano pensieri. Sono le parole delle ALBE fatte di silenzi. Sono le parole della NOTTE che ha ceduto con discrezione i suoi segreti al VENTO. Sono le parole delle ACQUE che gorgogliano frale ombre di un BOSCO pieno d’incanto. Sono le parole delle ferite inferte dall’uomo ai Monti e che ora raccontano struggenti vicende di una GUERRA non troppo lontana. Sono le parole dell’INVERNO che sigilla la ROCCIA in uno scrigno di diamanti. Sono le parole delle NUVOLE, scialli leggeri dispiegati a coprire le spalle di giganti di pietra: le MONTAGNE.
L’autrice spiega di “aver cercato di fermare il suo tempo nei pensieri che ha raccolto nel lungo cammino che l’ha portata a frugare fra le pieghe di roccia, nei cupi canali, nella luce sfolgorante del sole, nella bandiera turchina del cielo. Un piccolo ricordo per farle pensare che vivere “quassù” non è mai vivere soli e che ogni parola è dono prezioso.
Dopo “le scarpette di vernice” che ha tanto colpito e commosso, Viviana Vazza, di Longarone superstite della tragedia del Vajont torna a riprendere la penna in mano per consegnarci questa ” carezza alla memoria”, una sorta di riconciliazione con il doloroso passato. Ne esce un quadro molto bello: la storia di un luogo e di una comunità e la presentazione di personaggi di grande intensità. Nella sua presentazione il Professor Gioachino Bratti ex-sindaco di Longarone auspica che questo libro possa sfiorare chi legge queste pagine, soprattutto i giovani, per renderli partecipi di un passato ricco di valori e di insegnamenti.
Viviana Vazza nasce a Longarone: all’età di 16 anni si confronta con la tragedia del Vajont che stravolge completamente la sua vita. Nonostante il dolore, ha sempre cercato di trovare spunti per lenirlo e trova negli studi di psicodramma una forza per superarlo. Ha avuto una vita ricca, dipinge e considera la scrittura una “manna del cielo”
Questa non è una guida, questa non è una mappa, questo non è un libro. E’ la traduzione in testi, immagini e dati della magnifica traversata del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi editati da un gruppo di appassionati che le vivono, le percorrono e le amano.
Progetto nato dalla collaborazione tra il Club Alpino Italiano sezioni di Agordo, Belluno, Feltre, Longarone, Oderzo e Val di Zoldo e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
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