Massiccio del Pasubio. Tra terra e cielo. Luciano Cailotto

Narrare il susseguirsi delle vicende legate al monte Pasubio, non è facile, ci vorrebbero mesi di lavoro per collegare e comprendere gli eventi bellici che hanno infiammato questa terra e questa montagna, le numerose battaglie e i tanti caduti che la riempirono di sangue richiedendo un grande sacrificio umano a entrambi gli schieramenti, italiano e austroungarico. Salire su questo Massiccio, dove la quota principale è di 2232 metri, non è impossibile; lo possono fare tutti, anche se il percorso è molto di più di un semplice percorso in montagna, sia che si salga dalla Strada degli Eroi oppure dalla Strada delle 52 gallerie, una mastodontica opera del Genio militare, costruita per poter salire fino alla sommità, al riparo dal fuoco dell’artiglieria; per evitare la Strada degli Scarubbi molto più agevole alle truppe ma in piena vista del nemico.
L’ambiente è molto vario, tra boschi incantati e piccole distese prative di pascoli, ma con la parte più ampia coperta di rocce segnate dal tempo e dalla storia, dove la natura selvaggia vorrebbe chiudere le grandi ferite inferte dall’uomo nel periodo bellico del 1915 – 1918, un insieme di
grovigli e trincee che s’inerpicano su questo sacro monte. “Di qui non si Passa” riporta una colonna metallica posta nei pressi dell’Arco Romano, vicino al cimitero di guerra della brigata Liguria. E’ qui che hanno perso la vita numerosi ventenni, molti di loro non sapevano nemmeno leggere, a casa avevano madri, padri, fratelli e sorelle, qui la loro vita si è spezzata, qui, su queste pietre, il tempo per loro si è fermato.
Il mio ricordo va a chi ha combattuto su queste rocce, su queste guglie, in sanguinose battaglie, a corpo a corpo, e in quella che è stata la guerra di mine – continua Cailotto; questo Massiccio, ad ogni passo, racconta una storia e racchiude nelle sue viscere ancora tanti segreti.
Salirci ora è facile ma comprendere tutte queste vicende non è sempre possibile, soprattutto per le generazioni a venire; in questo luogo sacro e
ardito si è fatta la storia …. Semplicemente …
PER NON DIMENTICARE E PER FARE SAPERE
Cailotto riassume così la Sua fatica”Voglio ricordare che per vedere ciò che è presentato in questo mio piccolo lavoro non bastano 3 giorni; il consiglio che posso dare è di passare almeno 5-6 giorni su questa montagna, solo così potrete saziare la voglia di conoscere, anche se questo vi farà ritornare ancora, per saperne di più”